A cura di PharmaPrime
Secondo le specifiche riportate nel decreto, lo screening verrà effettuato:
Le Regioni negli scorsi mesi si sono messe al lavoro per completare le fasi istruttorie e definire i piani operativi per l’attuazione in tempi rapidi dello screening nazionale. Per l’epatite C i MMG non sono prescrittori della terapia, ma sono figure chiave per la realizzazione dello screening e del linkage to care. Un network, che colleghi la rete assistenziale specialistica e quella territoriale dei MMG, passando per i laboratori di analisi, per ogni regione è auspicabile poiché aumenterebbe molto l’efficacia non solo dello screening, ma anche dell’immediato linkage to care dei pazienti diagnosticati tramite lo screening.
Flowchart dello screening della coorte di nascita 1969-1989 attraverso il Medico di Medicina Generale (MMG)1
Diagnosticare e trattare in fase precoce impedisce la progressione di malattia, evita le complicanze delle fasi avanzate, quali la cirrosi epatica e le malattie extraepatiche HCV correlate, riduce i costi complessivi del trattamento e migliora la qualità di vita dei pazienti. Diventa quindi fondamentale individuare e trattare precocemente i pazienti3.
Inoltre, in un’analisi condotta in Italia per valutare l’impatto del differimento del trattamento a causa della pandemia da COVID, è stato stimato che il rinvio del trattamento con i DAA di 6 mesi causerebbe in 5 anni un aumento dei decessi in oltre 500 pazienti con infezione da HCV per una condizione correlata alla malattia del fegato, morti evitabili se i test e il trattamento non fossero rinviati4. Infine, con il rallentamento dei trattamenti durante l’anno 2019 e quasi lo stop totale osservato durante l’anno in corso, l’Italia purtroppo è uscita dalla lista dei paesi on track per il raggiungimento dei target OMS dell’eliminazione dell’infezione da HCV entro l’anno 20305. È necessario, pertanto, mantenere alto il numero dei trattamenti antivirali mediante lo screening sulle popolazioni chiave e su altri gruppi di popolazione dove l’epatite C si stima avere un’alta prevalenza5 (categorie di soggetti ad alto rischio che devono essere soggetti a ricerca dei marcatori virali – dal documento elaborato e condiviso dall’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato (AISF) e dalla Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG).
Soltanto attraverso uno screening attivo mirato gli obiettivi dell’OMS per l’eliminazione dell’infezione da virus dell’epatite C possono essere realizzati, così da ottenere una netta riduzione dei portatori di epatite C con un conseguente impatto positivo sulla morbilità e mortalità per malattie del fegato, sulla salute in generale, sulla spesa sanitaria e sulla richiesta di trapianto di fegato.
L’identificazione precoce del soggetto con epatite virale, la stadiazione della sua malattia e un precoce intervento personalizzato di terapia e/o monitoraggio sono azioni essenziali per la cura ottimale di questi pazienti e per garantire, nello stesso tempo, la sostenibilità economica degli interventi sanitari. Scarica la locandina e il questionario.
Accanto a queste categorie, la ricerca dei virus dell’epatite B e C deve essere effettuata nei soggetti con:
Utilizzatori di sostanze stupefacenti endovena (attivi o che lo siano stati in passato)
Consumatori di droghe per via inalatoria
Emodializzati
Persone sottoposte a procedure invasive mediche, odontoiatriche o estetiche (tatuaggi) in ambienti a basso standard di sterilizzazione dello strumentario
Personale sanitario
Persone emotrasfuse o sottoposte a trapianto d’organo prima degli anni ‘90
Emofilici che abbiano ricevuto emoderivati prima degli anni ‘90
Familiari e partner sessuali di soggetti con infezione da HBV/HCV
Bambini nati da madri con infezione da HBV o HCV
Soggetti che abbiano effettuato iniezioni con siringhe di vetro non monouso
Detenuti
Soggetti con infezione da HIV
Soggetti con attività sessuale promiscua, in particolar modo uomini, o con precedenti malattie o alla diagnosi di malattie sessualmente trasmesse
Immigrati provenienti da aree ad alta endemia di infezione da HBV (Europa Orientale, Estremo Oriente, Africa sub-sahariana) e da HCV (Egitto, Pakistan, Afghanistan, Medio Oriente)
Accanto a queste categorie, la ricerca dei virus dell’epatite B e C deve essere effettuata nei soggetti con:
Referenza: Indicazioni pratiche per un modello di gestione condivisa tra Medico di Medicina Generale e Specialista Epatologo del paziente con epatite cronica da virus dell’epatite B e virus dell’epatite C – AISF/SIMG
1. Medici di medicina generale protagonisti attivi per raggiungere l’obiettivo dell’eliminazione dell’epatite C: un ruolo cruciale definito dal decreto-legge sullo screening HCV Alessandro Rossi et all. – Rivista Società Italiana di Medicina Generale n. 1 • vol. 28 • 2021;
2. Indicazioni pratiche per un modello di gestione condivisa tra Medico di Medicina Generale e Specialista Epatologo del paziente con epatite cronica da virus dell’epatite B e virus dell’epatite C – AISF/SIMG – 24 Luglio 2019
3. Documento di posizione screening congiunto HCV/COVID-19 – ACE (Alleanza Contro le Epatiti);
4. Will the COVID-19 pandemic affect HCV disease burden? – Digestive and liver diseases 52(2020) 947-949. Elsevier Journal;
5. Eliminazione dell’epatite C cronica in Italia: Strategie di screening – L. Kondili et all. per Gruppo Collaborativo della Piattaforma Italiana per lo studio della Terapia delle Epatiti viRali (PITER) – Not Ist Super Sanità 2021;34(1):3-8;
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