Epatite C: Il ruolo del Medico di Medicina Generale nella lotta al sommerso

A cura di PharmaPrime

Il Ministero della Salute ha stanziato 71,5 milioni di euro per avviare uno screening nazionale gratuito per l’epatite C. Esso sarà destinato ai nati tra il 1969 ed il 1989, ai soggetti seguiti nei servizi pubblici per le tossicodipendenze (SerD) ed ai soggetti detenuti in carcere1.
Come riportato nel decreto attuativo “Screening HCV”, approvato dalla Conferenza Stato Regioni a dicembre 2020: per la coorte di nascita dal 1969 al 1989, è richiesta una chiamata attiva effettuata con la collaborazione dei medici di medicina generale (MMG) e del Servizio di Prevenzione territoriale. Il MMG può infatti contribuire in maniera significativa alla gestione dei percorsi assistenziali di questi pazienti mediante2:
  • precoce identificazione e screening dei soggetti a rischio
  • informazione del paziente
  • identificazione dei pazienti con infezione da virus infettivi da avviare allo specialista Epatologo per completamento diagnostico (caratterizzazione dell’infezione e stadiazione malattia) e definizione del programma di cura e monitoraggio
  • integrazione con i servizi ospedalieri per la gestione del paziente epatopatico (aderenza al programma terapeutico e di monitoraggio, gestione delle comorbidità che possono condizionare e/o interferire con la prognosi), incluse anche le fasi più avanzate della malattia (gestione delle complicanze della malattia epatica e del paziente con epatocarcinoma

Secondo le specifiche riportate nel decreto, lo screening verrà effettuato:

  • attraverso il test sierologico, con la ricerca di anticorpi anti HCV (HCV Ab) e il reflex test (se il test per HCV Ab risulta positivo, il laboratorio eseguirà immediatamente, sullo stesso campione, la ricerca dell’HCV RNA o dell’antigene – HCV Ag);
  • attraverso un test capillare rapido e conferma successiva dell’HCV RNA nel caso di risultato positivo.

Le Regioni negli scorsi mesi si sono messe al lavoro per completare le fasi istruttorie e definire i piani operativi per l’attuazione in tempi rapidi dello screening nazionale. Per l’epatite C i MMG non sono prescrittori della terapia, ma sono figure chiave per la realizzazione dello screening e del linkage to care. Un network, che colleghi la rete assistenziale specialistica e quella territoriale dei MMG, passando per i laboratori di analisi, per ogni regione è auspicabile poiché aumenterebbe molto l’efficacia non solo dello screening, ma anche dell’immediato linkage to care dei pazienti diagnosticati tramite lo screening.

Flowchart dello screening della coorte di nascita 1969-1989 attraverso il Medico di Medicina Generale (MMG)1

Diagnosticare e trattare in fase precoce impedisce la progressione di malattia, evita le complicanze delle fasi avanzate, quali la cirrosi epatica e le malattie extraepatiche HCV correlate, riduce i costi complessivi del trattamento e migliora la qualità di vita dei pazienti. Diventa quindi fondamentale individuare e trattare precocemente i pazienti3.
Inoltre, in un’analisi condotta in Italia per valutare l’impatto del differimento del trattamento a causa della pandemia da COVID, è stato stimato che il rinvio del trattamento con i DAA di 6 mesi causerebbe in 5 anni un aumento dei decessi in oltre 500 pazienti con infezione da HCV per una condizione correlata alla malattia del fegato, morti evitabili se i test e il trattamento non fossero rinviati4. Infine, con il rallentamento dei trattamenti durante l’anno 2019 e quasi lo stop totale osservato durante l’anno in corso, l’Italia purtroppo è uscita dalla lista dei paesi on track per il raggiungimento dei target OMS dell’eliminazione dell’infezione da HCV entro l’anno 20305. È necessario, pertanto, mantenere alto il numero dei trattamenti antivirali mediante lo screening sulle popolazioni chiave e su altri gruppi di popolazione dove l’epatite C si stima avere un’alta prevalenza5 (categorie di soggetti ad alto rischio che devono essere soggetti a ricerca dei marcatori virali – dal documento elaborato e condiviso dall’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato (AISF) e dalla Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG).

Soltanto attraverso uno screening attivo mirato gli obiettivi dell’OMS per l’eliminazione dell’infezione da virus dell’epatite C possono essere realizzati, così da ottenere una netta riduzione dei portatori di epatite C con un conseguente impatto positivo sulla morbilità e mortalità per malattie del fegato, sulla salute in generale, sulla spesa sanitaria e sulla richiesta di trapianto di fegato.

Quali soggetti sono a rischio di aver contratto un’infezione da HBV e HCV e/o devono essere sottoposti a ricerca dei marcatori virali?

L’identificazione precoce del soggetto con epatite virale, la stadiazione della sua malattia e un precoce intervento personalizzato di terapia e/o monitoraggio sono azioni essenziali per la cura ottimale di questi pazienti e per garantire, nello stesso tempo, la sostenibilità economica degli interventi sanitari. Scarica la locandina e il questionario.

Accanto a queste categorie, la ricerca dei virus dell’epatite B e C deve essere effettuata nei soggetti con:

  • Transaminasi alterate in almeno 2 occasioni
  • Malattia epatica da altra causa (alcol, sindrome metabolica, malattie autoimmuni)
  • Donne in gravidanza o che programmano una gravidanza o devono andare incontro a fecondazione assistita
  • Prima di intraprendere trattamenti con farmaci immunosoppressivi (ivi compreso steroidi a dosi superiori all’equivalente di 7.5 mg/die di prednisolone per più di 2 settimane)

Utilizzatori di sostanze stupefacenti endovena (attivi o che lo siano stati in passato)

Consumatori di droghe per via inalatoria

Emodializzati

Persone sottoposte a procedure invasive mediche, odontoiatriche o estetiche (tatuaggi) in ambienti a basso standard di sterilizzazione dello strumentario

Personale sanitario

Persone emotrasfuse o sottoposte a trapianto d’organo prima degli anni ‘90

Emofilici che abbiano ricevuto emoderivati prima degli anni ‘90

Familiari e partner sessuali di soggetti con infezione da HBV/HCV

Bambini nati da madri con infezione da HBV o HCV

Soggetti che abbiano effettuato iniezioni con siringhe di vetro non monouso

Detenuti

Soggetti con infezione da HIV

Soggetti con attività sessuale promiscua, in particolar modo uomini, o con precedenti malattie o alla diagnosi di malattie sessualmente trasmesse

Immigrati provenienti da aree ad alta endemia di infezione da HBV (Europa Orientale, Estremo Oriente, Africa sub-sahariana) e da HCV (Egitto, Pakistan, Afghanistan, Medio Oriente)

Accanto a queste categorie, la ricerca dei virus dell’epatite B e C deve essere effettuata nei soggetti con:

  • Transaminasi alterate in almeno 2 occasioni
  • Malattia epatica da altra causa (alcol, sindrome metabolica, malattie autoimmuni)
  • Donne in gravidanza o che programmano una gravidanza o devono andare incontro a fecondazione assistita
  • Prima di intraprendere trattamenti con farmaci immunosoppressivi (ivi compreso steroidi a dosi superiori all’equivalente di 7.5 mg/die di prednisolone per più di 2 settimane)

Referenza: Indicazioni pratiche per un modello di gestione condivisa tra Medico di Medicina Generale e Specialista Epatologo del paziente con epatite cronica da virus dell’epatite B e virus dell’epatite C – AISF/SIMG

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